
Risultato: il ginocchio diventa dolorante, rigido e “scricchiola”, spie inequivocabili di una condropatia.
Oggi, però, esistono soluzioni innovative per ridare all’articolazione la sua normale funzionalità e dire per sempre addio al dolore.
LA NOVITÀ: IL TRAPIANTO DI CARTILAGINE
«Tra le tecniche più innovative c’è il trapianto di cartilagine con la tecnica “jointrep + microfrattura”, che permette di curare il ginocchio anche se
la cartilagine è molto deteriorata (condropatia di 4° grado) e sarebbe già indicato ricorrere a una protesi. Il requisito per poterla effettuare, però, è che la lesione della cartilagine non sia superiore a 4 cm», spiega il professor Gennaro Pipino, professore ordinario in ortopedia, direttore del polo didattico scientifico ortopedico dell’ateneo Ludes
Hei Malta Campus di Lugano e inventore della tecnica. «L’intervento, in artroscopia, dura 15 minuti e viene effettuato in anestesia locale: attraverso piccole incisioni, il chirurgo ortopedico raggiunge l’articolazione malata con uno strumento a fibre ottiche. Poi pratica una frattura di dimensioni ridottissime nell’osso, liberando così le cellule staminali presenti al suo interno e inietta uno speciale gel che fa loro da terreno di coltura. Nel giro di poche ore, le staminali inziano a replicarsi e il tessuto cartilagineo comincia a rigenerarsi, riparando la lesione. Si può camminare lo stesso giorno dell’intervento e tornare al lavoro dopo una settimana.
Utilizzata sino a oggi su 107 pazienti, la tecnica ha un indice di successo del 99%». L’intervento non è coperto dal Ssn e si effettua solo in centri privati d’eccellenza (costa tra i 10 e i 15mila €).
QUANDO SERVE LA PROTESI
«Se la lesione supera i 4 cm ed è usurato solo uno dei due lati del ginocchio si può ricorrere a una miniprotesi, mentre se è compromessa tutta l’articolazione è necessario l’inserimento di una protesi totale», spiega il professor Pipino. «L’intervento per il loro inserimento, che dura circa mezz’ora, viene effettuato in anestesia locoregionale, che rende insensibile la gamba senza spegnere lo stato di coscienza. Si può camminare
già il secondo giorno dopo l’intervento, con l’ausilio di due stampelle, e tornare al lavoro dopo 35-40 giorni. Entrambi gli interventi sono effettuabili con il Ssn».